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Giuseppe Musinu
Galleria Fotografica
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Brigata Sassari
 
 Il futuro Generale di Corpo d`Armata, Giuseppe Musinu nasce il 22 marzo del 1891 a Thiesi, fratello del Tenente Medico Giovannino Musinu, anch`egli eroe di guerra e di Eleonora.
 Al termine del conflitto mondiale rimase nell`esercito con il grado di Maggiore. Fra le due guerre lo troviamo, nel 1937, Comandante del 69° Reggimento Fanteria "Ancona". Partecipò anche alla seconda Guerra Mondiale e nel 1942 fu a Capo del Comitato Direttivo della Retroguardia dell`8ª Armata in Russia.
 
 A Musinu capitò di non sposarsi, ma ebbe certo un grande amore: la Brigata Sassari.
 Il giorno dello scioglimento della Brigata, il 28 dicembre 1975, ad un giornalista che lo intervistava, il Generale ebbe a dichiarare: "Questa di oggi è per me una giornata di lutto. Ho percorso in questi giorni ed in queste notti insonni i momenti più cari alla mia memoria. Ecco, scriva questo: la Brigata Sassari si è comportata sempre onorevolmente ovunque sia stata".

 Ma venne anche il giorno della felicità per la ricostituzione della “Sassari”, nel 1988, e nella circostanza ebbe a dire: “è una decisione che ha significato mo­rale, serve per tenere viva la memoria di ciò che è accaduto: tanti morti, quindici soldati sardi su cento, la più alta percen­tuale del nostro esercito”.

 
 Il Generale lasciava raramente Thiesi e solo per qualche manifestazione riguardante la Briga­ta. Con lui si presentavano anche le sue 26 decorazioni: risultato di una vita dedicata alle armi, ma intesa nel più alto sentimento di cittadino disposto al supremo sacrificio per difendere, anche in armi, la patria: dalle sue parole, Io sono sempre stato un sol­dato, non ho mai fatto politica. Ad esem­pio, io non ho mai incontrato Mussolini”.
 
 
 Non si pensi però che sia stato, come potrebbe a prima vista apparire, un “guerrafondaio”. Della guerra, Musinu riteneva che “ … non ha senso, certo, i militari devono obbedire; ma che bisogno c`era di com­battere in Grecia o in Etiopia? Io di guerre ne ho fatto tante, ma l`unica che ammetto è quella di difesa: se si è attaccati, difen­dersi diventa un dovere. Comunque è mol­to meglio la pace”.
 
 
 Il generale era una persona schiva che non amava “apparire”, aveva già dimostrato, per necessità e a suo tempo, di che tempra era fatto. Si, perché come da lui sostenuto … la paura è un fatto personale. Si può averla o no. Si sapeva che dovevamo ri­manere là e le pallottole come arrivava­no per gli altri potevano arrivare anche per me. La paura non poteva aiutare, allora tanto valeva metterla da parte”.

 Parlava di sé con una sorta di reticenza, quasi di pudore, ma una cosa che ripeteva sempre era questa: “ ..quando si è chiamati, ognuno di noi deve fare il proprio dovere …” e “ noi sardi abbiamo sempre fatto il nostro dovere”.

 
 Il soprannome che gli venne dato in trincea fu "su diaulu", e i soldati erano certi che avesse venduto, novello Faust, l`anima al diavolo in cambio dell`immortalità, considerato che fu ferito solo 4 volte, e come da lui stesso riportato ”una ferita per ogni anno di guerra” e nell`assalto era sempre in testa. E sempre dalle sue parole “I soldati ci stavano a sentire, non c`era bisogno di comandare. Noi era­vamo lì davanti con l`esempio e loro segui­vano
 
 
 Giuseppe Musinu detiene un record, ad oggi, imbattuto, è stato, a 26 anni, il più giovane maggiore dell`esercito italiano e, comandante delle truppe di retroguardia che ebbero il compito di proteggere la ritirata italiana dopo Caporetto, fu l`ultimo soldato a passare il Ponte della Priula, pochi istanti dopo le cariche d`esplosivo demolirono l`ultimo ponte sul Piave.
 
 
 Antiretorico, antieroe, aveva anche lui i suoi appunti dal fronte. "Ma non scriverò mai un libro. La guerra è tremenda, è la cosa peggiore che l`uomo possa fare. Io l`ho fatta perché era un dovere". La sua popolarità era una tentazione. Prima, durante e dopo il fascismo cercarono di coinvolgerlo in politica. Rifiutò: "sono stato e rimarrò sempre soltanto un soldato".
 
 
 Dopo una vita dedicata alla Brigata ci lasciò nel 1992, alla bella età di 101 anni.
 
 
 Le associazioni combattentistiche e in particolare la Brigata Sassari hanno sempre onorato la figura del Generale Musinu: per il suo centesimo compleanno il Comando della Brigata organizzò una cerimonia in suo onore, che potete rivedere collegandovi al seguente indirizzo:
 
 
 

è un'idea di Roberto Pilia
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