In queste pagine troverete le immagini, di cui molte inedite, dei Fanti che combatterono " sa gherra e su bindighi ".
Le abbiamo raccolte per " iddhas " , per paesi, in modo da fornire una consultazione più razionale.
Ma tutti i nostri Fanti di allora sono uniti nel nostro cuore, per il loro immenso sacrificio.
I quattrocento paesi della nostra isola diedero alla nazione il loro sangue migliore, più forte, più giovane, " su sambene prùs sincèru " .
Centomila sardi dovettero abbandonare la loro terra per combattere nel più estremo lembo di terra italiana. Combattere contro un nemico sconosciuto, mitizzato, e usato in maniera specifica per esercitare "l`arte della guerra" di stampo ottocentesco.
Una " guerra di materiali " ove, anche e ancora, l`essere umano era considerato "mero materiale bellico" del tutto sacrificabile, senza alcun ritegno: questo recitava la visione cadorniana della guerra.
Migliaia di fanti mandati verso morte certa, verso le trincee nemiche che inondavano la terra di nessuno di una tale quantità di piombo rovente da seminare, in un attimo, un numero di morti sino allora mai visto.
L`Alto Comando esercitò in questo modo "l`arte della guerra", quasi autoreferenziandosi, solo per giustificare la presenza degli alti ufficiali sulla linea della fronte di guerra, addirittura per giustificare la propria esistenza come il Generale Leone, descritto da Lussu nel suo capolavoro "Un anno sull`altipiano".
Bonu viaggiu ...
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